Memorabili, differenziano il brand, includono messaggi positivi, mostrano vantaggi e raccontano una storia. Sono quelle dichiarazioni che catturano lo spirito o l’essenza di un marchio.
E tutti noi ricordiamo.
Sono molti i payoff che, superata la prova del storia, si sono imposti nella comunicazione e hanno trovato anche il loro spazio nel linguaggio comune: dal “I Have a Dream” di Martin Luther King ai claim pubblicitari che difficilmente finiranno nel dimenticatoio, come “I’m lovin’ it” di McDonald’s.
Alcuni payoff sono diventati talmente iconici che non hanno bisogno di menzionare il brand!
Just do it | Nike
Impossible is nothing | Adidas
Think Different | Apple
I’m Lovin’ it | Mc Donald’s
A Diamond is Forever | De Beers
La cucina più amata dagli italiani | Scavolini
Più bianco non si può | Dash
Nel 2007 Volkswagen iniziò a utilizzare “Das Auto.” come payoff, un’espressione tedesca che in italiano significa “l’automobile”. Questo payoff evidenziava l’affidabilità e la superiorità tecnologica delle auto tedesche e il punto finale richiamava poi un tono secco, deciso, quasi autoritario.
Dopo 9 anni l’azienda ha deciso però di abbandonare “Das Auto.” per evitare di richiamare un atteggiamento eccessivamente pretenzioso e presuntuoso.
Alcune aziende hanno incluso il nome del brand nel payoff, senza perdere in efficacia:
Dove c’è Barilla, c’è casa | Barilla
Che mondo sarebbe senza Nutella | Nutella
Per tutto il resto c’è Mastercard | Mastercard
Quali sono i payoff che proprio non riuscite a dimenticare?